Dott.ssa Camilla Bettuzzi
Ortopedia Pediatrica
Curriculum
La dottoressa Camilla Bettuzzi si è laureata a pieni voti in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bologna a marzo 2006 (tesi “Problematiche ortopediche della sindrome di Down”). Si è quindi specializzata in Ortopedia e Traumatologia presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli - Università degli Studi di Bologna a novembre 2010 (tesi “Trattamento chirurgico delle lesioni di Monteggia inveterate in età̀ pediatrica”). Ha frequentato per diversi anni il reparto di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli: da luglio 2005 come frequentatrice volontaria, e poi da agosto 2006 nel ruolo di medico in formazione specialistica.
Da dicembre 2010 ad aprile 2016 ha svolto attività clinica e chirurgica presso la struttura di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna (dove era il medico di riferimento per l’ortopedia pediatrica).
Da maggio 2016 ad aprile 2020 ha lavorato presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, responsabile Dott. Manuele Lampasi. A ottobre 2017 le è stato conferito Incarico di Alta Specializzazione nel ruolo di Referente per la cura del Piede Torto Congenito.
Oltre ad occuparsi di tutte le varie problematiche ortopediche dell’età evolutiva, negli anni si è specializzata nel trattamento di deformità congenite degli arti inferiori (in particolare Piede Torto Congenito, ipoplasie, deviazioni assiali, displasia dell’anca) e nella gestione delle problematiche ortopediche in pazienti con patologie neurologiche. Inoltre, grazie al master sull’arto superiore, ha approfondito il trattamento delle patologie congenite e delle problematiche post-traumatiche di spalla e gomito nel soggetto in accrescimento.
Campi di specializzazione:
• Deformità del piede del neonato: piede torto congenito equino-varo-supinato (PTC), piede torto posizionale, metatarso varo, astragalo verticale. Rappresentano un’ampia famiglia di deformità del piede del neonato, alcune delle quali (piede torto posizionale e metatarso varo) spesso possono essere risolte completamente con semplice fisioterapia o con brevi tutorizzazioni. Differente discorso vale, invece, per il PTC e per l’astragalo verticale. Queste rappresentano vere e proprie malformazioni congenite, e vanno trattate con tecniche specifiche, da specialisti formati. Se in passato era molto frequente il ricorso alla chirurgia invasiva, negli ultimi decenni è stata sempre più riconosciuta la validità di tecniche minimamente invasive, che si avvalgono di gessi correttivi associati a minima chirurgia. La formazione con metodica Ponseti è certificata da periodi presso centri specialistici nazionali ed internazionali, affiancamento con medici/tutor accreditati e trattamento di un numero minimo di pazienti (è in corso accreditamento presso Ponseti International Association).
• Deformità arti inferiori. Deviazioni degli assi (ginocchio varo e valgo), deformità congenite (ipoplasie della gamba e del femore, tibia recurvata, pseudartrosi congenita), dismetrie arti inferiori (congenite, secondarie a quadri sindromici e post-traumatiche). Sono patologie che spesso necessitano trattamento conservativo nei primi anni del bambino, in questa fase possono essere indicati tutori dedicati e su misura, successivamente, in base alla deformità presente ed alla crescita del bambino, si possono rendere necessari interventi correttivi/ricostruttivi. La chirurgia correttiva delle deformità degli arti inferiori può spaziare da piccoli interventi con bassa invasività (con placche a crescita guidata, dette anche placche “a otto”), ad interventi a maggiore complessità quali osteotomie correttive con placche o con fissatori esterni (in particolare i fissatori di nuova generazione, “esapodalici”, consentono di associare allungamento e correzione tridimensionale della deformità).
• Instabilità della femoro-rotulea. In età pediatrica si può manifestare in associazione a noti quadri sindromici (es. sindrome di Down, artrogriposi, sindrome di Larsen…), ma anche più subdolamente in presenza d’iperlassità legamentosa generalizzata o a seguito di eventi traumatici in bambini sani. È fondamentale che la fase diagnostica differenzi tra i diversi quadri clinici, poiché il riconoscimento della problematica di base guida il relativo trattamento. Spesso è sufficiente il solo trattamento fisioterapico, ma talvolta si rendono necessari interventi di riallineamento dell’apparato estensore o di ricostruzione legamentosa (in particolare del legamento patello-femorale mediale).
• Displasia evolutiva dell’anca. Anomalie dell’anca che si sviluppano nel corso della vita uterina. Con il termine displasia dell’anca ci si riferisce spesso ad un insieme di quadri patologici molto differenti, che vanno dalla displasia acetabolare, alla sublussazione ed alla lussazione vera e propria. Nei neonati la diagnosi viene effettuata mediante misurazioni ecografiche standardizzate (classificazione di Graf), mentre spesso dopo i 6 mesi è necessaria la radiografia. Il trattamento conservativo con divaricatori, soprattutto se intrapreso precocemente, può dare buoni risultati. Non è tuttavia esente da fallimenti e complicanze, per cui è fondamentale che il piccolo paziente sia seguito in tutto il suo percorso terapeutico. Nei casi in cui il solo trattamento conservativo non è sufficiente, diviene necessario ricorrere a chirurgia a carico delle componenti capsulo-legamentose e talvolta ossee.
• Arto superiore (spalla e gomito). Deformità congenite (scapola alta congenita o sindrome di Sprengel, lussazione congenita di capitello radiale, pseudartrosi congenita di clavicola), problematiche post-traumatiche (instabilità della articolazione gleno-omerale, cubito varo conseguente a fratture omerali, lussazioni di capitello radiale da lesioni di Monteggia misconosciute, rigidità del gomito). Molte di queste patologie necessitano di trattamento fisioterapico, in alcuni casi, in particolare in presenza di deformità congenite o nei casi non responsivi alla terapia conservativa, possono essere indicate procedure ricostruttive chirurgiche (scapulopessi, osteotomie correttive, ricostruzioni legamentose).
Istruzione e Formazione
Laureata a pieni voti in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bologna a marzo 2006. Si è quindi specializzata in Ortopedia e Traumatologia presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli - Università degli Studi di Bologna a novembre 2010 (tesi “Trattamento chirurgico delle lesioni di Monteggia inveterate in età̀ pediatrica”).
La sua formazione ha compreso nel 2010 un periodo di frequenza di 4 mesi presso il Centre for Children - Hospital for Joint Disease, New York University: con particolare attenzione rivolta al trattamento del piede torto congenito (New York Ponseti Clubfoot Center diretto dal dott. W.Lehman), alla gestione delle paralisi cerebrali e delle malattie neuromuscolari (centro per il trattamento dei disturbi neuromuscolari diretto dal dott. A.Grant), e agli interventi di allungamento e ricostruzione degli arti inferiori.
A ottobre 2013 ha conseguito il master universitario di 1° livello in “¬Biomeccanica, patologia e trattamento terapeutico dell'arto superiore” (Università di Bologna).
Ha pubblicato numerosi articoli su riviste internazionali inerenti argomenti di ortopedia pediatrica, e partecipato a molteplici congressi e corsi nazionali e internazionali come relatrice.
Nel 2017 si è aggiudicata la Traveling Fellowship EPOS (borsa di studio assegnata ogni anno a 3 ortopedici pediatrici under 40 dall’European Paediatric Orthopaedic Society, grazie alla quale ha potuto visitare alcuni tra i più rinomati centri del Nord America: Lurie Children's Hospital of Chicago, Campbell Clinic Orthopaedics of Memphis, Hospital for Sick Children of Toronto).
È membro della Commissione Pediatrica della SICSeG (Società Italiana Chirurgia Spalla e Gomito) e socio EPOS (European Paediatric Orthopaedic Society).
Abilitazione
Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Super-specializzazione in Ortopedia Pediatrica
Quando è presente in struttura?
- Martedì: 9.00 - 13.00
- Mercoledì: 14.00 - 18.30
- Venerdì: 15.00 - 19.00
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